"Abitare il silenzio" : il paesaggio e la memoria in Gëzim Hajdari

Název: "Abitare il silenzio" : il paesaggio e la memoria in Gëzim Hajdari
Variantní název:
  • "Abitare il silenzio" : landscape and memory in Gëzim Hajdari
Zdrojový dokument: Études romanes de Brno. 2016, roč. 37, č. 2, s. 95-106
Rozsah
95-106
  • ISSN
    1803-7399 (print)
    2336-4416 (online)
Type: Článek
Jazyk
Licence: Neurčená licence
 

Upozornění: Tyto citace jsou generovány automaticky. Nemusí být zcela správně podle citačních pravidel.

Abstrakt(y)
L'elemento paesaggistico risulta centrale nell'opera di Gëzim Hajdari, e questa centralità rimane costante nell'arco della sua intera produzione, influenzata dallo sdoppiamento tra la terra d'origine e la nuova realtà di arrivo, che si riflette nel carattere bilingue dei suoi versi. Questo contributo si propone di prendere in esame le dinamiche che entrano in atto nel rapportarsi dell'autore migrante tanto ai luoghi natali quanto al paese di arrivo, evidenziando come, nell'arco dell'intera opera hajdariana, lo spostamento fisico attraverso i luoghi si delinei più come un itinerario nel tempo della memoria che non nello spazio geografico.
The reflection on landscape is one of the main focuses in the whole work of Gëzim Hajdari, influenced by the split between his motherland and the country of arrival, as it appears in his bilingual way of writing. This paper aims to consider the way in which the author, in his whole work, relates both about his birthplace and the new country, focusing on the way in which, in Hajdari's poetry, the physical moving through the places seems to be closer to an itinerary through the time of memory, than a displacement in the geographic space.
Reference
[1] Benjamin, W. (2007). Immagini di città. Torino: Einaudi.

[2] Bregola, D. (2005). Il catalogo delle voci. Colloqui con poeti migranti. Isernia: Cosmo Iannone Editore.

[3] Brodskij, I. (1988). Dall'esilio. Milano: Adelphi.

[4] Calvino, I. (1993). Le città invisibili. Milano: Mondadori.

[5] Di Gianvito, S. (2015). "In balìa delle dimore ignote". La poesia di Gëzim Hajdari. Nardò: Besa.

[6] Fracassa, U. (2010). Il ponte di Qabè. Gli scritti di viaggio di Gëzim Hajdari. In: A. Gazzoni (Ed.), Poesia dell'esilio. Saggi su Gëzim Hajdari. Isernia: Cosmo Iannone Editore.

[7] Fracassa, U. (2010). Carnevali e Hajdari. Paradossi di estraneità. In: A. Gazzoni (Ed.), Poesia dell'esilio. Saggi su Gëzim Hajdari. Isernia: Cosmo Iannone Editore.

[8] Fracassa, U. (2011). Esperienza e sentimento del confine nell'opera di Gëzim Hajdari. Between [online], 1 (1). In: http://www.between-journal.it.

[9] Fracassa, U. (2011). Patria e lettere. Per una critica della letteratura postcoloniale e migrante in Italia. Roma: Giulio Perrone Editore.

[10] Gazzoni, A. (2010). Poesia dell'esilio. Saggi su Gëzim Hajdari. Isernia: Cosmo Iannone Editore.

[11] Gazzoni, A. (2013). Monumento dell'erba amara. La rivista dell'arte [online], 2, http://www.aliasnetwork.it/in-dex_rivistaarte.php.

[12] Gazzoni, A. (2013). Una terra scritta dall'esilio: rappresentazioni e traduzioni dell'Albania nell'opera di Gëzim Hajdari. In: E. Bond, & D. Comberiati (Eds.), Il confine liquido. Rapporti letterari e interculturali fra Italia e Albania. Nardò: Besa.

[13] Glissant, É. (2004). Poetica del diverso. Roma: Meltemi.

[14] Glissant, É. (2007). Poetica della relazione. Macerata: Quodlibet.

[15] Gnisci, A. (1999). Poetiche dei mondi. Roma: Meltemi.

[16] Hajdari, G. (2000). Antologia della pioggia. Santarcangelo di Romagna: Fara Editore.

[17] Hajdari, G. (2001). Erbamara. Santarcangelo di Romagna: Fara Editore.

[18] Hajdari, G. (2004). San Pedro Cutud. Viaggio negli inferi del Tropico. Santarcangelo di Romagna: Fara Editore.

[19] Hajdari, G. (2005). Spine nere. Nardò: Besa.

[20] Hajdari, G. (2006). Stigmate. Nardò: Besa.

[21] Hajdari, G. (2006). Muzungu. Diario in nero. Nardò: Besa.

[22] Hajdari, G. (2007). Maldiluna. Nardò: Besa.

[23] Hajdari, G. (2007). Peligòrga. Nardò: Besa.

[24] Hajdari, G. (2007). Poema dell'esilio. Santarcangelo di Romagna: Fara Editore.

[25] Hajdari, G. (2008). Poesie scelte (1990–2008). Nardò: Controluce.

[26] Hajdari, G. (2011). Corpo presente. Nardò: Besa.

[27] Hajdari, G. (2012). Nûr. Eresia e Besa. Roma: Edizioni Ensemble.

[28] Hajdari, G. (2012). Canti dei nizàm. Nardò: Besa.

[29] Hajdari, G. (2013). Erbamara. Isernia: Cosmo Iannone Editore.

[30] Hajdari, G. (2015). Delta del tuo fiume. Roma: Edizioni Ensemble.

[31] Kellman, S. G. (2007). Scrivere tra le lingue. Troina: Città Aperta.

[32] Kristeva, J. (1990). Stranieri a se stessi. Milano: Feltrinelli.

[33] Leed, E. J. (2007). La mente del viaggiatore. Dall'Odissea al turismo globale. Bologna: Il Mulino.

[34] Levis, E. (2007). Paesaggio esterno, paesaggio interno, memoria. Venezia: Libreria Editrice Cafoscarina.

[35] Paris, G. (2008). Intervista a Gëzim Hajdari. Il sottoscritto.

[36] Pezzarossa, F. (2012). Leggere il testo e il mondo. Vent'anni di scritture della migrazione in Italia. Bologna: CLUEB.

[37] Quaquarelli, L. (2010). Certi confini. Sulla letteratura italiana dell'immigrazione. Milano: Morellini.

[38] Sabin, S. (2009). Il mondo come esilio. Multietnicità e letteratura. Firenze: Giuntina.

[39] Said, E. W. (2008). Nel segno dell'esilio. Riflessioni, letture e altri saggi. Milano: Feltrinelli.

[40] Schama, S. (1997). Paesaggio e memoria. Milano: Mondadori.

[41] Trigano, S. (2010). Il tempo dell'esilio. Firenze: Giuntina.

[42] Violi, P. (2014). Paesaggi della memoria. Il trauma, lo spazio, la storia. Milano: Bompiani.